Il pessimismo della ragione può essere temperato dall’ottimismo della volontà
Ogni vicenda separativa fa storia a sé, ma mi piace pensare che la separazione sia una di quelle situazioni nelle quali il pessimismo della ragione possa essere temperato dall’ottimismo della volontà. Questo mi porta a pensare quanto sia importante non cedere alla tentazione di trasformare un conflitto, sia pure doloroso e quasi insostenibile, in una guerra. Il conflitto, la diversità di opinioni, le differenze tra noi, sono benefiche e feconde, ma possono diventare malefiche e sterili se si irrigidiscono in una sorda contrapposizione muro a muro.
Senza nascondere la sofferenza che comporta per bambini e ragazzi la separazione tra i genitori, penso che la grande differenza non è tra figli di separati e quelli delle coppie unite, ma tra figli di coppie gravemente conflittuali e non.
I figli di genitori separati non sono una categoria speciale, ma possono diventarlo se l’astio, il rancore e la sofferenza accecano papà e mamma fino a tal punto da interrompere ogni dialogo e ridurre la comunicazione allo scambio di messaggi ostili o nemmeno quello. E’ dunque spesso discutibile attribuire alla separazione la comparsa, nei figli, di difficoltà fisiche e/o psichiche che possono avere ben altre cause. Quando sono attribuibili alla separazione tra i genitori, è soprattutto alle modalità di quella separazione che occorrerebbe riferirsi per comprendere le difficoltà di bambini e ragazzi.
I figli devono sapere con chiarezza con chi stare, dove stare e quando potranno vedere l’altro genitore. Facciamo in modo che abbiano una base sicura, una giornata ben organizzata e regolata nella casa in cui risiedono, ma possano sentirsi a casa loro anche presso l’altro genitore dove, si spera , troveranno regole di vita diverse , ma non troppo opposte e contradditorie. Evitiamo comunque che gli incontri con il genitore siano legati a una sorta di rigido “orario ferroviario” , continua testimonianza della diffidenza che caratterizza i rapporti tra madre e padre. Adoperarsi per non creare ostacoli nel frequentare entrambi i genitori , tutelando l’esigenza dei figli di coltivare le loro amicizie, di assolvere agli impegni scolastici o sportivi e , piu’ in generale, di condurre una vita regolata.
Diciamolo insieme… La comunicazione della nostra intenzione di separarci è bene farla insieme , per quanto possibile, usando parole semplici e adeguate all’età dei figli e quando ci sentiremo sicuri della nostra decisione separativa e pronti a parlarne insieme senza menzogne. È con questa comunicazione che iniziamo a rassicurare nel concreto, i figli, che con la separazione non stanno perdendo i genitori e che potranno continuare a contare su di loro. Se si riesce a comunicare insieme ai figli della fine del rapporto, senza insulti, squalifiche o colpe, significa che in futuro si potrà essere capace di assumere le innumerevoli decisioni che riguarderanno i figli, insieme.
Quando la separazione è molto difficile e conflittuale può essere che il discorso possa essere fatto da soli ricordando che solo la consapevolezza che i figli hanno bisogno di conservare un’immagine sufficientemente buona dell’altro genitore, può aiutare a vincere la tentazione di istigare il figlio contro l’ex partner.
Diamo la possibilità ai figli di esprimere la loro sofferenza e aiutiamoli ancora una volta più con i fatti che con le parole dimostrandoci disponibili a parlare con loro e a rispondere alle loro domande ogni volta che lo vorranno.