“Non abbiamo bisogno dello psicologo, abbiamo bisogno di un bambino!”
Questa è la frase che spesso risuona nella mente delle coppie a cui si propone un percorso psicologico in seguito alla diagnosi di infertilità.
La sofferenza psicologica legata all’infertilità è spesso attribuita unicamente alla mancata realizzazione o prosecuzione della gravidanza. Questo è vero in parte e soprattutto inizialmente dopo i primi controlli medici e l’inizio del percorso di procreazione assistita. Sovente con l’andare del tempo la dinamica di gestione degli aspetti emotivi si articola in modo più complesso, ostacolando l’elaborazione della fatica di non poter controllare a pieno la possibilità di procreare.
Frequentemente l’iniziale entusiasmo del primo tentativo di procreazione medicalizzata lascia spazio a successivi momenti di sconforto, nel caso in cui la gravidanza non si realizzi o non prosegua. Qualora il percorso richieda un periodo di tempo maggiore si potrebbe verificare un’oscillazione continua tra emozioni contrastanti di speranza e euforia da un lato e tristezza, sconforto e disperazione dall’altro. Questa “altalena” è parte di un tentativo di controllo del dolore psicologico fisiologicamente connesso alla difficoltà del percorso procreativo in questione.
In coppia spesso la sofferenza è presente in entrambi i partner, ma viene manifestata in modo diverso. Comunemente le donne mostrano maggiormente il proprio dolore, mentre gli uomini appaiono più razionali e distaccati. Può accadere che i vissuti negativi non vengano condivisi nel tentativo di proteggere l’altro da un eventuale maggior carico emotivo. Questo atteggiamento potrebbe portare ad un lento e progressivo distanziamento nella coppia, ostacolando l’elaborazione della sofferenza psicologica.
Ciascun individuo porta con sé un bagaglio affettivo legato alla propria storia che influisce sulla proiezione di sé nel futuro e sul significato attribuito alla genitorialità pensata, immaginata e che tarda ad arrivare. Elaborare questi aspetti individualmente e in coppia può favorire una presa di consapevolezza maggiore su di sé, sulla coppia e sul significato attribuito al ruolo genitoriale. In questo senso si possono aprire tra i partner momenti di confronto aperti sulla progettualità futura, lasciando fluire il dolore all’interno di una condivisione emotiva ritrovata a favore di una nuova intimità.
Spesso l’accompagnamento all’elaborazione del dolore legato all’infertilità risulta più efficace quando la presa in carico psicologica è di coppia poiché favorisce lo sviluppo di una comunicazione più autentica dei vissuti dei partner.
Inoltre, la possibilità che la coppia si confronti con altre coppie che stanno vivendo lo stesso dolore per questa genitorialità desiderata in un’indefinita attesa, consente di gestire meglio questo tempo che appare “sospeso”.
All’interno dello Studio di Psicologia e Psicoterapia di Bergamo accogliamo in psicoterapia le coppie portatrici di tale tematica. Dal 2016 organizziamo all’interno del Consultorio Scarpellini di Bergamo un percorso per coppie che stanno affrontando i vissuti legati all’infertilità, chiamato “GENITORI IN SOSPESO”. Il programma del gruppo prevede nove incontri in presenza in cui affrontare la complessità del carico emotivo individuale, di coppia e sociale (scarica il volantino). Dal 2022 collaboriamo con il reparto di PMA del Policlinico Ponte San Pietro.
Dott.ssa Francesca Ghilardi
Dott.ssa Alessandra Foroni